A cura di: Pubblicato il: 21 Ottobre 2025Categorie: psicoterapeuta l'aquila

Quando ti trovi di fronte alla scelta di iniziare un percorso di psicoterapia, stai già compiendo un atto di coraggio e di responsabilità verso te stessə, in quanto ti stai aprendo a un’opportunità di ripartire, come direbbe Lacan, uno psicoanalista francese del secolo scorso.

Quando senti che qualcosa dentro di te ha bisogno di essere ascoltato, accolto e compreso tramite il dialogo con un’altra persona, professionista e attenta a te, sei di fronte alla possibilità di dare inizio a un percorso di crescita e trasformazione personale.

Ma una volta che hai preso questa decisione, e so che già questa può non esser semplice in sé, emerge subito un’altra domanda: a chi rivolgersi?

A L’Aquila ci sono molti professionisti, psicologi, psicoterapeuti, medici e psichiatri, che lavorano sia in presenza che on line. Per questo orientarsi tra i vari nomi, approcci e percorsi formativi può essere complicato.

L’obiettivo di questo breve articolo è aiutarti a capire quali criteri puoi considerare per trovare lo psicoterapeuta più adatto a te.

Psicologo, psicoterapeuta o psichiatra? Facciamo chiarezza

Il primo passo per fare questa scelta consiste nel fare chiarezza tra le diverse figure che si occupano di salute mentale e che spesso vengono confuse:

  • Lo psicologo è un professionista laureato in psicologia e iscritto all’albo professionale degli psicologi italiani. Tra le sue mansioni ci sono servizi di consulenza e di sostegno psicologico. Può occuparsi più strettamente di psicoterapia solo se, oltre all’abilitazione alla professione di psicologo, ha conseguito anche una specializzazione in psicoterapia.
  • Lo psicoterapeuta è generalmente uno psicologo, ma può essere anche un medico che, dopo la laurea in una delle due suddette facoltà, si è abilitato allo svolgimento della professione, che sia di psicologo o di medico. Dopo questo percorso, ne ha intrapreso un altro per specializzarsi in psicoterapia, attraverso un percorso quadriennale presso una delle Scuole di psicoterapia riconosciute dal MIUR. È lui che si occupa di psicoterapia in senso stretto, che potremmo sintetizzare in “terapia della parola”, che vede il dialogo come strumento di cura.
  • Lo psichiatra è infine sempre un medico che, dopo l’abilitazione alla professione, si è specializzato in psichiatria. Lui può prescrivere farmaci come qualunque medico, ma è specialista del mentale. In alcuni casi, gli psichiatri sono anche psicoterapeuti, in quanto hanno conseguito una duplice specializzazione dopo la laurea e l’abilitazione, ma le due aree di intervento sono distinte, seppur integrabili.

Se il tuo bisogno è legato a un disagio emotivo, a uno o più problemi relazionali, a un momento difficile della tua vita, a una sofferenza interiore che hai bisogno di esplorare, alleggerire e trasformare, lo psicoterapeuta è probabilmente la figura più adatta a te.

I criteri per scegliere il terapeuta giusto

  1. Formazione e approccio teorico

Ogni psicoterapeuta, dopo la carriera universitaria, si forma nell’“arte” della psicoterapia all’interno di una scuola con un orientamento teorico-metodologico specifico, che definisce il suo modo di guardare la sofferenza umana e di accompagnare le persone che gli si affidano per un percorso di cura.

Ci sono approcci più orientati all’esplorazione profonda e alla comprensione complessa del mondo che ciascuno di noi porta in sé; altri più centrati su obiettivi e comportamenti specifici, per andar oltre il senso che gli aspetti sintomatologici possono rivestire per la persona; altri ancora che si focalizzano sulle emozioni, sul corpo, sulle relazioni, sui contesti familiari, ecc.

Ce ne sono davvero tanti!

È molto utile informarsi su questi approcci, per orientarsi in una miriade di possibilità esistenti. Ma allo stesso tempo è ancora più importante lasciar acceso il lume della ragione al di là degli orientamenti, verso ciò che è ben più fondamentale in psicoterapia e che la rende davvero uno strumento di cura: la relazione tra paziente e terapeuta.

È vero che un buon terapeuta è in grado di dare il consiglio e l’indicazione giusta, ma non è questo che lo rende veramente tale. Può sapere qual è la direzione da prendere, conoscere tutto lo scibile inerente il tema trattato, aver studiato e approfondito quanto concerne la mente umana. Può finanche sapere a fondo la storia della persona che gli sta di fronte, come nessuno mai era riuscito prima di lui.

Ma niente, assolutamente nulla, fa di lui un vero terapeuta, se non cura, non pone attenzione, non pone al centro ciò che lo contraddistingue sostanzialmente da ogni altro professionista: la relazione con il suo paziente.

Moltissimi dei nostri pazienti hanno conflitti nell’ambito dell’intimità, e ottengono aiuto dalla terapia solamente sperimentando un rapporto intimo col terapeuta. Alcuni hanno paura dell’intimità perché credono che ci sia qualcosa di fondamentalmente inaccettabile in loro, qualcosa di ripugnante e imperdonabile. Da questo punto di vista, l’atto di rivelarsi pienamente a un altro ed essere accettati ugualmente può essere il veicolo più efficace dell’aiuto terapeutico” (in “Il dono della terapia”, 2014. Irvin D. Yalom. Pag. 27).

Con le parole di I. Yalom è più facile accostarsi all’idea che è all’interno del contenitore relazionale della psicoterapia che possono attivarsi i processi trasformativi che permettono alla persona di cambiare e di star meglio.

Lo sguardo del terapeuta è orientato dal tipo di formazione che ha scelto, ma anche questa scelta si connette in modo significativo con le sue caratteristiche personali. Che sono poi quelle stesse caratteristiche che entrano in gioco nel suo lavoro, che fanno della relazione tra le due persone in campo, una relazione terapeutica.

 

  1. Esperienza e ambiti di intervento

A questo va aggiunto che ogni terapeuta, dopo aver scelto la propria formazione professionale, successivamente si muove nel suo lavoro e costruisce nel tempo una propria esperienza nella pratica clinica. Questa fa strettamente parte delle sue modalità di lavoro e di cura delle persone che gli si rivolgeranno.

C’è chi si occupa principalmente di sofferenze legate ad ansia, depressione, disturbi dell’umore, chi si occupa nello specifico di difficoltà relazionali, chi entra in relazione con persone che presentano disturbi alimentari, traumi. Anche le età si legano all’esperienza: es. infanzia, adolescenza, giovani, adulti, anziani.

Va detto che di base, a mio avviso, è la variegatezza delle esperienze cliniche che rende l’intervento del terapeuta profondamente di valore, pur mantenendo un occhio al non voler far tutto, ma solo bene alcune cose.

Comunque, verificare che il professionista abbia già lavorato con situazioni simili alla tua, può sicuramente essere un punto a tuo favore. Sapere che ha già trattato persone con aspetti di sofferenza associabili ai tuoi, può certamente costituire una base di sicurezza e tranquillità per te. E anche per lui, in un certo senso.

Tuttavia, non è obbligatorio trovare uno “specialista del tuo problema”: ciò che fa la differenza è la possibilità che si costruisca tra voi uno spazio in cui avvenga gradualmente un processo relazionale, che è il primo passo verso la cura.

 

  1. Relazione terapeutica: il cuore del percorso

Cosa vuol dire relazione terapeutica?

Sentirti sufficientemente a tuo agio, che non vuol dire star sempre tranquilli, in quanto un percorso terapeutico in cui va sempre tutto bene non sta funzionando. È essenziale, invece, che tu ti senta in contatto con l’altro di fronte a te, il terapeuta, in modo da potergli parlare liberamente, nel rispetto dei tuoi tempi.

È normale avere dubbi o sentirsi esposti; sempre, ma soprattutto nei primi incontri. Ma se percepisci accoglienza, empatia e autenticità umane, è probabile che tu abbia trovato la persona giusta.
Ricorda: non è necessario “andare d’accordo”, ma costruire gradualmente la libertà di abitare quello spazio condiviso. Portando in esso te stessə.

  1. Disponibilità pratica e chiarezza

Aspetti concreti come la posizione dello studio, la disponibilità oraria, la possibilità di fare sedute online o il costo delle sedute possono influire sulla scelta. Un buon professionista è trasparente fin dall’inizio su tempi, modalità e costi.
Non esitare a porre tutte le domande pratiche che ti servono per capire se puoi sostenere il percorso nel tempo.

 

Il primo colloquio: un’occasione per orientarti

Il primo incontro non costituisce obbligatoriamente l’inizio del percorso di cura con quel terapeuta. Rappresenta indubbiamente un primo passo per iniziare a conoscersi reciprocamente, in cui raccontare cosa ti ha spinto a chiedere aiuto, e perché proprio in quel momento (su questo ho scritto un articolo che ti linko qui di seguito: https://www.umbertomarrone.it/2025/05/10/il-primo-colloquio-con-lo-psicologo/).

Ma è anche il momento in cui puoi valutare se ti senti ascoltatə, se lo stile personale e professionale del terapeuta ti mette a tuo agio, se ti sembra che ci sia “spazio per te”. E anche il terapeuta, che è lì con te in quel momento con tutto se stesso, può aiutarti a capire se lui può fare al caso tuo, oppure è meglio consigliarti qualcuno che possa esserlo di più.

Valuterà in base alla sua competenza e al suo intuito, ma non temere di dire la tua, di affermare quanto pensi, perché è insieme che si possono far dei passi. A partire proprio dal primo.

E soprattutto, non sentirti mai obbligatə a proseguire se non ti senti convintə: trovare il terapeuta giusto è il primo passo di un percorso di vero cambiamento.

A L’Aquila, un percorso da costruire insieme

Se vivi a L’Aquila o nei dintorni e stai cercando uno spazio sicuro per iniziare a prenderti cura di te, puoi rivolgerti a me o allo Studio Plexus di cui faccio parte, per un primo colloquio conoscitivo.

Il mio approccio è centrato sul lavoro legato alla relazione con te stessə e con le persone che ti stanno intorno, nel rispetto centrale della tua unicità e del tuo mondo interno.

Nessun giudizio, nessuna fretta, solo la possibilità di camminare insieme, passo dopo passo, verso un modo migliore di vivere la tua vita.

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L'autore: Umberto Marrone

Psicologo e Psicoterapeuta iscritto all’Ordine degli Psicologi dell’Abruzzo (Albo A n. 4123), specializzato in psicoterapia ad orientamento gruppoanalitico. Mi dedico con passione ad accompagnare le persone nel loro percorso di crescita e benessere psicologico, offrendo uno spazio sicuro dove poter esplorare e trasformare la propria sofferenza. Il mio approccio si fonda sulla centralità dell’individuo, integrata alla dimensione relazionale e sociale, grazie a una formazione specifica in Gruppoanalisi. Socio COIRAG e membro attivo del Laboratorio di Gruppoanalisi, dove ricopro funzioni di tesoreria e segreteria, continuo ad aggiornarmi costantemente attraverso supervisioni e formazione professionale. Credo nel potenziale trasformativo di ogni persona e nella possibilità, attraverso la relazione terapeutica, di ritrovare consapevolezza, autenticità e libertà interiore.